AUTO ELETTRICA, SVOLTA DAL PNRR PER INCENTIVI E RICARICHE VELOCI

Mancava la crisi Russia-Ucraina a muovere definitivamente gli animi e spingere a favore del mercato dell’auto elettrica, con i prezzi dei carburanti, gas in primis, alle stelle. I motori benzina, secondo i dati Audimob 2021, hanno perduto il 48,7 per cento, i diesel il 56,8, i gpl il 21,2 e metano il 18,6. Nell’ultimo anno infatti sono cresciute le vetture ibride (+ 288,8 per cento) e le elettriche (+ 538,6 per cento). Le Ibride oggi rappresentano il 29 per cento del mercato e ormai si preparano a sorpassare le auto a benzina (29,7 per cento) dopo aver lasciato indietro quelle diesel (22,6). Le vetture elettriche che a dicembre hanno toccato il 7 per cento delle vendite, hanno ancora una quota marginale, il 4,6 per cento, ma va tenuto ben presente che due anni fa il mercato delle auto full electric, quelle che si caricano solo alla spina per essere chiari, rappresentava soltanto lo 0,5 per cento. 

A questo punto viene da domandarsi: le infrastrutture sono pronte a gestire questo afflusso di auto elettriche?

Le colonnine di ricarica, soprattutto quelle veloci, sono ancora troppo poche per garantire tranquillità a chi decide di viaggiare con un’auto elettrica e non ha una ricarica a disposizione a casa o in ufficio. Il Governo ha avviato qualche giorno fa la consultazione pubblica per installare le 21.255 colonnine previste dal PNRR, in cui è stato messo da parte un tesoretto da 741,3 milioni di euro.

Si tratta di un passaggio fondamentale, che aiuterà l’esecutivo a raccogliere i pareri dei player del settore prima di approvare il decreto attuativo della misura, che garantirà un contributo alle spese del 40% alle aziende che installeranno le colonnine.

Si tratta di cifre importanti, che richiedono una particolare attenzione nell’assegnazione, anche se nell’attuale enunciazione della consultazione del ministero della Transizione Ecologica, le offerte degli operatori di ricarica non valgono se l’infrastruttura non ricade all’interno delle stazioni di carburante tradizionale. In pratica quindi, gli incentivi saranno limitati ai soli distributori di carburante, supermercati, stazioni o altri nodi esclusi. In che modo questo potrà avvantaggiare gli utenti e il sistema elettrico? Ecco cos’è successo nei mesi scorsi, in termini di incentivi per imprese e privati.

 

INCENTIVI COLONNINE DI RICARICA ELETTRICA, COME FUNZIONANO

Il Governo e il MITE, per favorire la diffusione della mobilità elettrica ha stanziato 90 milioni di euro per l’acquisto e l’installazione di colonnine e infrastrutture di ricarica per auto elettriche. L’incentivo prevede un contributo in conto capitale fino al 40% della spesa ammissibile.

L’80% dei fondi è destinato agli interventi delle imprese, con valore complessivo inferiore a 375mila euro. Per importi superiori a questa cifra è destinato un altro 10%, mentre per le persone fisiche rimane il restante 10% (9 milioni).

Gli incentivi statali per l’installazione di colonnine di ricarica elettrica sono a disposizione delle persone fisiche che svolgono attività d’impresa, arti e professioni, delle società, degli enti pubblici e privati che svolgono un’attività commerciale. Ogni richiedente può presentare una sola domanda.

Inoltre chi beneficia del bonus deve mantenere per almeno 5 anni l’infrastruttura di ricarica. In caso contrario il bonus viene revocato.

 

INCENTIVI COLONNINE DI RICARICA ELETTRICA IMPRESE

 

Le imprese che richiedono il bonus statale devono avere la sede in Italia, nonché risultare attive e regolarmente iscritte al Registro imprese, con iscrizione Inps e Inail e posizione contributiva regolare.

In più, non devono trovarsi in una situazione di difficoltà e non possono accedere al bonus se sono sottoposte a procedure concorsuali o equivalenti, a sanzioni interdittive o se non sono in regola con la restituzione di somme dovute per revoca di agevolazioni.

 

COME FUNZIONA PER PROFESSIONISTI E PRIVATI

I professionisti che vogliono usufruire del bonus per l’installazione di colonnine di ricarica devono avere i seguenti requisiti:

- presentano un volume d’affari, nell’ultima dichiarazione IVA trasmessa all’Agenzia delle Entrate, così come risultante dal rigo VE50, non inferiore al valore della infrastruttura di ricarica per la quale è richiesto il contributo di cui al presente decreto. Per i professionisti che applicano il regime forfettario, il valore dell’infrastruttura di ricarica non può essere superiore a 20mila euro;

- non rientrano tra i soggetti che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti individuati quali illegali o incompatibili dalla Commissione europea;

- sono in regola con la restituzione di somme dovute in relazione a provvedimenti di revoca di agevolazioni;

- sono in regola con il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali;

- sono in regola con gli adempimenti fiscali;

- non hanno ricevuto né richiesto, per le spese oggetto del contributo di cui al presente decreto, alcun altro contributo pubblico.

 

INCENTIVI COLONNINE SPESE AMMISSIBILI

Le spese ammissibili per ricevere l’incentivo sono relative all’acquisto e all’installazione di infrastrutture di ricarica. Le spese devono essere sostenute successivamente alla data di entrata in vigore del decreto (22 ottobre 2021) e possono comprendere l’acquisto e la messa in opera di infrastrutture di ricarica, gli impianti elettrici, le opere edili strettamente necessarie, gli impianti e i dispositivi per il monitoraggio.

I costi specifici massimi ammissibili sono per:

- wallbox con un solo punto di ricarica CA da 7,4 kW a 22kW: 2.500 euro per singolo dispositivo;

- colonnine con due punti di ricarica CA da 7,4 kW a 22kW: 8.000 euro per singola colonnina;

- corrente continua fino a 50 kW: 1000 euro/kW;

- corrente continua oltre 50 kW: 50.000 euro per singola colonnina;

- corrente continua oltre 100 kW: 75.000 euro per singola colonnina.

Nell’incentivo rientrano anche i costi per la connessione alla rete elettrica così come identificati dal preventivo per la connessione rilasciato dal gestore di rete, nel limite massimo del 10% del costo totale ammissibile per la fornitura e messa in opera delle infrastrutture di ricarica.

Vedremo cosa succederà nei prossimi mesi, soprattutto in termini di infrastruttura. 

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