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LA SPESA SI FA SMART: IL RAPPORTO (IN CRESCITA) TRA PUNTI DI RICARICA EV E RETAILER DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE

Il numero di colonnine elettriche è destinato a crescere in Italia e lo farà in modo molto veloce nei prossimi anni. Non è una scelta ideologica, ce lo impone l’UE con l’entrata in vigore, nel 2021, del nuovo limite di emissioni di CO2 che dovranno restare rigorosamente al di sotto dei 95g/km. Pena: per ogni auto venduta che supera tale limite, i costruttori dovranno pagare una sanzione.

Transport & Environment (T&E), rinomata organizzazione ambientalista in ambito europeo, stima che per rientrare nei parametri di carbon neutral del 2050, l’Europa dovrà avere sulle strade almeno 44 milioni di veicoli elettrici già nel 2030. E, per fare in modo che questi possano ricaricarsi in luoghi pubblici, occorrono circa 3 milioni di stazioni di ricarica. Oggi sono appena 185.000.

Stazioni di ricarica veloce e ultra veloce mancano anche in Italia, dove le auto sono meno di 34 mila e i punti di ricarica 9 mila. Come in molte questioni, anche le infrastrutture elettriche sono molto più presenti nelle regioni settentrionali e a volte assenti in quelle meridionali.

Nello sviluppo della rete di colonnine elettriche nel nostro Paese, un ruolo molto importante, anche se raramente considerato, lo sta giocando la Grande Distribuzione. Sono infatti sempre di più i supermercati e i Centri Commerciali che, all’interno dei loro parcheggi, offrono ai clienti la possibilità di ricaricare (spesso gratuitamente, almeno per adesso) le proprie auto elettriche. In questi esercizi, quindi, fare la spesa diventa conveniente anche per il pieno all’auto elettrica.

Per capire meglio come si stanno comportando le grandi catene di supermercati nella transizione all’elettrico, abbiamo interpellato Francesco Soldi, Responsabile Marketing e Corporate Social Responsibility (CSR) di IGD, Immobiliare Grande Distribuzione, società di punta a livello nazionale nel settore dei Centri Commerciali, Ipercoop in primis.

 

Lo scorso anno avete siglato un accordo con Enerhub, azienda specializzata nella ricarica elettrica per automotive. Può spiegarci di cosa si tratta, e cosa c’entrano le catene della Grande Distribuzione?

Quello siglato con Enerhub è un accordo per l’installazione, a partire dalla metà del 2019 ed entro la fine del 2020, di 32 colonnine di ricarica per auto elettriche in 18 nostri Centri Commerciali. In alcuni casi si tratta di una colonnina con due stalli di ricarica, in altri di due colonnine con quattro stalli, con ricarica massima di 22 kW. Obiettivo è coprire tutta Italia, dando quindi la stessa tipologia di servizio a tutti i visitatori dei nostri Centri Commerciali.

 

Perché avete deciso di fare questo accordo? Cosa spinge veramente un supermercato o un centro commerciale ad offrire un servizio come quello della ricarica per i veicoli elettrici?

È un servizio che per la Grande Distribuzione ha una duplice valenza: la prima è di marketing, nel senso che attraverso questo servizio possiamo intercettare una nuova fetta di visitatori, ossia quelli con la necessità di ricaricare i propri veicoli elettrici; la seconda è quella di carattere ambientale, perché ovviamente andare a fare la spesa con un’auto elettrica ha un impatto ridotto rispetto all’andare con un’auto tradizionale. Un aspetto interessante è che in alcuni territori, prima ancora che si sia noi ad offrire questo servizio, sono i visitatori a chiederlo.

 

Si può dire quindi che le grandi catene di supermercati stiano contribuendo a guidare il cambiamento verso la mobilità elettrica, più che subirlo?

A mio avviso sì, e questo per vari motivi. I Centri Commerciali sono luoghi in cui va molta gente, di solito in macchina. Come IGD abbiamo iniziato ad occuparci di mobilità elettrica nel 2016 e da allora abbiamo incontrato oltre dieci fornitori di questo settore, che sono entrati in contatto con noi proprio per questo motivo. I Centri Commerciali sono stati da subito tra gli attori più attivi e più interessati all’E-mobility. Penso quindi che come Grande Distribuzione stiamo avendo un ruolo di precursori in questo campo, un po’ per come siamo strutturati, un po’ perché questo ruolo ce lo siamo voluti prendere.

 

Quali possono essere altri attori interessati a questo tipo di servizi?

Oltre alla Grande Distribuzione possono essere lo Stato, qualora decidesse di investire direttamente, oppure privati e società con una grande forza alle spalle (Enel ne è un caso emblematico così come altri attori collegati alle reti autostradali), anche se in grado di compiere installazioni e progetti così strutturati su tutto il territorio italiano in realtà non ce ne sono molti. Chi ha deciso di cavalcare l’onda dell’elettrico, per il momento, lo sta facendo più in un’ottica di servizio che altro, sia per i propri clienti che per l’industria dell’automotive. Ma anche per il sistema-Paese, dato che si investe di tasca propria per favorire la crescita di un settore in cui si crede, per il momento senza dei veri rientri o ricavi economici.

 

Generalmente se si ricarica la propria auto elettrica in un centro commerciale lo si fa gratuitamente. Non pensa che alla lunga questo possa rivelarsi economicamente insostenibile per chi offre questo servizio?

Penso si possa rivelare economicamente insostenibile già adesso. Agli inizi i numeri erano talmente esigui che fornire un servizio gratuito come quello della ricarica per auto elettriche poteva andare bene anche se offerto gratuitamente. Con il tempo, però, fortunatamente i possessori di mezzi elettrici – che sotto certi aspetti sono una rete strutturata e sanno bene dove trovare le colonnine di ricarica – sono aumentati e di conseguenza è cresciuto il consumo di elettricità nelle nostre stazioni di ricarica. Quindi, nonostante i numeri non siano ancora così grandi, si può dire che no, non è sostenibile fornire gratuitamente questo tipo di servizio. Considerato poi che il mercato dell’auto elettrica è destinato a crescere nel corso dei prossimi anni, mantenere il servizio di ricarica gratuito non è corretto né dal punto di vista economico, né da quello del messaggio che si vuole dare. L’accordo con Enerhub prevede infatti un pagamento, eseguibile attraverso l’app della stessa Enerhub. Teniamo poi presente che in questo modo si permette di avviare un business specifico, ossia quello di chi crea e gestisce questi impianti di ricarica destinati alla mobilità elettrica: una cosa che fino a pochi anni fa in Italia non esisteva neppure. 

 

Crescerà anche il numero di colonnine nei Centri Commerciali? E come si evolveranno i servizi di ricarica?

L’idea è sicuramente quella. Allo stesso tempo bisogna considerare come si svilupperà la stazione di ricarica del futuro. Ad esempio, basteranno delle colonnine disposte in maniera più o meno casuale all’interno del parcheggio del centro commerciale, o si andrà verso un modello alla Ionity o alla Tesla, con delle vere e proprie stazioni di ricarica, con tutto ciò che ne consegue? Dipende molto dai numeri, da come si evolverà il mercato dell’elettrico. È ancora tutto in evoluzione, ma noi per il momento vediamo, soprattutto in Centri in cui il servizio è iniziato da più tempo (come ad esempio all’Esp di Ravenna), una crescita esponenziale delle ricariche.

 

Andrea Bertaglio

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