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RICARICARE L’AUTO ELETTRICA: A CASA È BENE, CON LA WALLBOX È MEGLIO

Quanto costa e quanto tempo serve per ricaricare un’auto elettrica? Posso farlo nel mio posto auto? Devo attrezzarmi con una wallbox? Ecco la risposta a questa e ad altre domande.

Le auto elettriche, siano esse full electric o ibride plug-in (chiamate anche in gergo tecnico PHEV - Plug-in Hybrid Electric Vehicle), non rappresentano più una novità.

Pur costituendo ancora una quota ridotta rispetto al totale delle vetture vendute, sono sempre più presenti sulle nostre strade.

Ciò che invece ancora rappresenta motivo di preoccupazione, soprattutto per gli utenti privati, sono le modalità e le tempistiche di ricarica.

Sono tante le domande che ci si pone. Come ricaricare l’auto elettrica a casa? Quanto mi costa un “pieno”? È possibile ricaricare gratis un veicolo elettrico? Cosa devo fare per adeguare il mio posto auto? E se non ne ho uno mio, come fare? Si tratta di dubbi leciti, vediamo di fare un po’ di chiarezza e dare alcune risposte.

 

Quanto costa ricaricare un’auto elettrica?

Siamo abituati a ragionare in km/litro e a conoscere indicativamente il prezzo di benzina, gasolio, GPL e metano. Ma quanto costa l’elettricità? Ha un prezzo fisso o ci sono parametri che variano? E, in definitiva, quanti km è possibile fare in base alla dimensione delle batterie, l’equivalente del “serbatoio” delle auto tradizionali?

Il costo casalingo dell’elettricità è, indicativamente, compreso tra 0,15 e 0,20 €/kWh.

Una vettura con un pacco batterie da 50 kWh come la Renault Zoe richiederà un massimo di circa 8-10 euro per una ricarica completa e una autonomia di poco meno di 400 km, mentre per una Nissan Leaf E+ con batterie da 60 kWh serviranno circa 10-12 euro per percorrere gli stessi km. In altre parole, tra 0,025 e 0,030 euro al km.

Confrontandola con una vettura diesel e ipotizzando una media di 20 km/litro, il costo per km è circa triplo: per percorrere gli stessi 400 km serviranno indicativamente 20 litri, cioè 0,1 euro/km.

 

Quanto tempo occorre per ricaricare una auto elettrica?

Escludiamo per un momento quei punti di ricarica – presenti in alcuni centri commerciali – che per questione di marketing e di sensibilizzazione al tema offrono la ricarica gratuita dei veicoli elettrici.

Spendere un terzo è un bel vantaggio, soprattutto se si percorrono tratte importanti ogni giorno. Ma quanto tempo serve per ricaricare un’auto elettrica?

Mantenendo come esempio le vetture citate, e quindi pacchi batterie tra 50 e 60 kWh, con un contatore domestico da 3 kW saranno necessarie – partendo da una batteria completamente scarica – circa 15 ore. Si tratta di una situazione limite: spesso non si percorrono 400 km tutti i giorni, quindi ipotizzando una carica residua del 30% saranno sufficienti una decina di ore. In altre parole, una notte nel proprio posto auto o garage.

Sulle strade sono sempre più presenti le cosiddette colonnine per la ricarica rapida. Anziché erogare i 3 kW di casa, possono arrivare a valori molto più elevati (anche 150 kW) e ridurre in tal modo i tempi di ricarica ad alcune decine di minuti: il tempo di un panino in autogrill!

Il costo dei kW erogati con questa velocità è però più alto, fino a 0,5-0,6 euro per ogni kWh, pareggiando così il costo di un pieno di gasolio a parità di percorrenza.

Un costo accettabile quando proprio non se ne può fare a meno (così come avviene quando si è costretti a fare rifornimento di carburante in autostrada, dove notoriamente i prezzi sono più alti), ma una ragione in più per organizzarsi al meglio al proprio domicilio.

 

Ricaricare a casa: le wallbox

Se si dispone di un garage personale, la soluzione più pratica è quella di installare una wallbox.

Ma perché non possiamo semplicemente collegare una prolunga tra la macchina e una presa di corrente?

Perché gli impianti domestici non sono pensati per erogare una simile corrente per così tanto tempo (3 kW continuativi per 10 ore su una presa possono portare a un pericoloso surriscaldamento dei componenti interni). Per questo le vetture sono dotate di cavi con una sezione più importante rispetto a una normale prolunga e hanno una presa più grande e con una particolare forma.

Una wallbox inoltre non si limita a erogare corrente, ma “parla” con la vettura e monitora vari parametri (come appunto la temperatura) per lavorare sempre in totale sicurezza.

Inoltre, negli impianti predisposti è in grado di riconoscere gli altri carichi connessi all’impianto elettrico (pensiamo al frigorifero o a un climatizzatore) e di regolarsi di conseguenza in modo da non andare oltre il carico massimo ammesso. Meglio ancora se la casa, tipicamente una unità mono o bifamiliare, è dotata di pannelli solari e sistema di accumulo: l’elettricità generata durante il giorno e conservata nelle batterie di casa può essere “travasata” nell’auto a costo zero!

A tal proposito, pur non essendo necessario adeguare l’impianto elettrico, può essere una buona idea innalzare il valore del carico massimo ammesso a 4,5 o 6 kW per evitare di trovarsi vincolati tra ricarica dell’auto o utilizzo degli elettrodomestici.

Anche per questo scegliere la giusta wallbox è un passo da compiere quando si acquista un’auto elettrica. Oltretutto si tratta di uno degli interventi che beneficiano del Superbonus 110% - a determinate condizioni - capace letteralmente di azzerare il costo di acquisto e installazione.

 

Come ricaricare l’auto elettrica se non si dispone di un posto auto

Il posto auto non è un elemento presente in tutte le case, in particolare nelle grandi città dove addirittura è considerato un lusso!

Sempre più condomini, però, si stanno organizzando con colonnine di ricarica condominiali per consentire di fare il pieno alle auto dei residenti. Tramite un semplice sistema di riconoscimento (tipicamente una tessera magnetica) è possibile mettere in carica la propria auto e pagare solo ciò che si consuma.

Poiché attingono dall’impianto elettrico condominiale, queste soluzioni spesso sono abbinate a colonnine di ricarica performanti, capaci di erogare anche 20 kW, riducendo di conseguenza i tempi di ricarica.

Anche i wallbox condominiali possono beneficiare degli incentivi legati al Superbonus 110%.

Alessia Varalda

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